Classificazione e biologia

Le lucciole sono Insetti appartenenti all’ordine dei Coleotteri e alla famiglia dei Lampiridi, che comprende oltre 2000 specie, diffuse soprattutto nelle regioni tropicali e temperate della Terra. Non mancano specie adattatesi anche a climi freddi, tuttavia il grado di biodiversità di questo gruppo animale è massimo nelle regioni tropicali, decresce alle medie latitudini, per poi ridursi man mano che ci si avvicina ai poli: solo per fare un esempio, la fauna italiana, pur meno ricca di quella delle aree tropicali, comprende 17 specie mentre nel Regno Unito sono solo due le specie segnalate (Audisio et al., 1995; Tyler, 2002).

In quanto Coleotteri, gli adulti (a meno che non si tratti di specie neoteniche) presentano tipicamente il primo paio di ali modificato a costituire delle elitre, che hanno perduto l’originaria funzione del volo, per diventare una sorta di scudo protettivo dell’addome e del secondo e sottostante paio di ali membranose. Sono queste ultime ad essere utilizzate per il volo, durante il quale le elitre vengono mantenute sollevate. 

Luciola lusitanica (Oltrepò Pavese). Foto: Francesco Tomasinelli.

Si tratta di insetti olometaboli, vale a dire a metamorfosi completa. Gli stadi vitali sono quindi uovo, larva, pupa e adulto. La bioluminescenza si manifesta negli adulti, ma si può osservare anche allo stadio di uovo e di larva. Frequentemente la femmina presenta caratteri neotenici, ovvero una somiglianza con la forma larvale (es. genere Lampyris). In questo caso la femmina è priva di ali (atterismo) ed è il maschio a volare attivamente alla ricerca del partner in fase di accoppiamento. La gran parte delle lucciole sono animali terrestri per l’intero ciclo vitale, ma non mancano specie le cui larve compiono il loro sviluppo nelle acque dolci, come è il caso di alcune specie dell’Estremo Oriente appartenenti al genere Luciola (Ballantyne, 1987).

Adulto di Luciola lusitanica in tela di ragno. Foto: Giuseppe Camerini.

La lunghezza del ciclo vitale è molto variabile ed è influenzata, tra gli altri fattori, dalla temperatura, dall’umidità del suolo e dalla disponibilità di prede. Le larve sono infatti di solito predatrici di invertebrati: lumache, chiocciole, anellidi. La vita degli adulti è molto più breve di quella delle larve e spesso è sostenuta unicamente dall’energia accumulata nel corso dello stadio larvale, in quanto è frequente che gli adulti non si nutrano. Ci sono però eccezioni talora molto curiose, come è il caso delle cosiddette “femmes fatale”: si tratta delle femmine adulte del genere Photuris (distribuito negli USA) che imitano i segnali luminosi emessi dalle femmine del genere Photinus per attirare a sé i maschi e poterli predare. I lampiridi si difendono dai predatori producendo composti tossici, secondo un meccanismo aposemantico basato sulla luminescenza, ma non mancano i nemici naturali che non sembrano particolarmente sensibili a questo tipo di difesa, in primis i ragni, che intercettano con le loro ragnatele gli adulti in volo.

Femmina adulta di Lampyris. Foto: Stefan Ineichen.